Nella notte tra il 21 e il 22 gennaio, all’età di 88 anni, se ne è andato uno dei grandi vignaioli delle Langhe, Bruno Giacosa, proprietario dell’omonima cantina e fondatore dell’Azienda agricola Falletto. Mi piace ricordarlo attraverso le toccanti e sincere parole di un mio caro amico e compaesano Nicola Sarti, musicista enoappassionato, assiduo frequentatore di quei luoghi e dei relativi produttori, “viscerale” estimatore di Barolo e Barbaresco. Eccole:
Una tristezza immensa oggi. Il grande Bruno ha chiuso il suo meraviglioso percorso terreno. È stato colui che prima di ogni altro mi aveva spalancato le porte dello straordinario mondo del Barolo e del Barbaresco.
Ricordo benissimo, era il 3 maggio 1997: Barbaresco DOCG Santo Stefano Riserva etichetta rossa 1982. Tutto è cominciato da lì, un percorso esaltante.
Avevo frequentato l’azienda per tanti anni. L’ultima volta a maggio dell’anno passato: mi ero riconciliato dopo due anni con la figlia Bruna, i dissapori per una futile incomprensione personale si erano risolti amichevolmente.
Il signor Bruno, come lo chiamavo per una forma di profondo rispetto, era visibilmente provato ma, nonostante il devastante ictus del 2006, ancora lucidissimo e, da vero piemontese, sempre di poche e mirate parole.
Lo ringraziai per tutto quello che avevo potuto assaggiare con lui in tanti anni. La sua risposta: “Sono io che ti ringrazio, qualcosa di buono nella vita l’ho realizzata”. Nonostante fosse sulla sedia a rotelle voleva alzarsi per salutarmi. Aveva gli occhi lucidi. Gli feci cenno di no, un abbraccio e una stretta di mano.
In auto, al ritorno, mi chiama la Bruna: “Nick, non so come ringraziarti, mio babbo sembrava rinato, per lui è sempre una soddisfazione conoscere e parlare con appassionati come te”. Ho ringraziato la Bruna e dopo poche centinaia di metri ho accostato e, senza vergogna, ho pianto.
Non so se sia stato il migliore, ma il più grande di sicuro. Tutta la vita dedicata alla massima qualità. Se le Langhe sono diventate patrimonio dell’Unesco, lui ha dato un contributo immenso. Tutti i produttori gli appassionati e gli operatori economici gli devono tanto. I suoi vini erano poesia pura, persino quando avevano qualche lieve difetto. Onore a un uomo che ha tenuta alta la bandiera di questo nostro bellissimo e cialtronesco Paese.
Che la terra ti sia lieve, ciao BRUNO.
Giulio Balsarin
Delegato AIS Bologna